I prodotti agroalimentari tradizionali della Sabina nel patrimonio gastronomico d’Italia
Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf), ha aggiornato l’elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali del Lazio (Pat) con altre nove eccellenze, di cui 3 tipicità sono territorio Sabino.
Tra i nuovi Pat riconosciuti, tre rientrano nella categoria: paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria: la pizza rentorta fiamignanese del Reatino, il serpentone di Capena (RM) e il tortiglione di Jenne (RM).
I restanti sei, fanno tutti parte della categoria prodotti della gastronomia. Tre provenienti dalla Tuscia Viterbese: l’acqua cotta; le fettuccine all’etrusca con funghi ferlenghi e salsiccia e il Mirandò o Mirandot di Tarquinia. Due dal Reatino: i pizzicotti alla liscianara e gli stringozzi aspresi. Uno dalla Ciociaria: le sagne e fagioli di Arnara.
Secondo l’attuale normativa, per essere riconosciuto Pat, un prodotto deve necessariamente essere caratterizzato, da “metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali” per un periodo non inferiore ai venticinque anni.
«L’importanza dei Pat non si limita alla sola eccellenza gastronomica – dichiara il Commissario Straordinario di Arsial Massimiliano Raffa – ma si estende alla capacità di intrecciare le storie, anche secolari, delle nostre comunità, con il loro tessuto contemporaneo.».
Con i nuovi ingressi il Lazio sale a 472 prodotti inseriti nell’elenco nazionale, collocandosi al secondo posto tra le regioni italiane per numero di Pat. Divisi per categoria, rientrano tra i Pat del Lazio: 108 prodotti vegetali, 195 tra paste, dolci e prodotti da forno; 64 carni fresche, 48 formaggi, 10 preparazioni di pesce, 18 prodotti della gastronomia, 9 oli, 7 prodotti di origine animale (miele e ricotte), 9 tra distillati e bevande analcoliche e 4 condimenti.