Una passeggiata tra i palazzi di Toffia

Siete pronti per un viaggio nel passato attraverso le porte dei palazzi che hanno visto crescere e cambiare questa affascinante comunità nel corso dei secoli?
Benvenuti a Toffia, dove la storia prende vita attraverso le magnifiche facciate dei suoi palazzi antichi.

Toffia, un affascinante borgo situato nel cuore dell’Italia tra le colline della Sabina, è rinomata per la sua ricca storia e la sua architettura affascinante, in particolare per i suoi antichi palazzi che risalgono a diverse epoche storiche.

In questo articolo, vi invitiamo a esplorare i segreti nascosti dei palazzi antichi di Toffia, testimoni silenziosi di epoche passate.

Avventuratevi nelle strade lastricate di questo incantevole borgo e lasciatevi trasportare indietro nel tempo mentre scoprite la maestosità dei palazzi che circondano il centro storico. Ogni palazzo racconta una storia unica, dalle imponenti dimore delle famiglie nobili che hanno governato la regione, alle affascinanti residenze degli artisti e degli intellettuali che hanno contribuito a plasmare il tessuto culturale di Toffia.

Durante questo itinerario, avrete l’opportunità di ammirare l’architettura in stile rinascimentale e barocco, con facciate decorate, cortili interni eleganti e dettagli architettonici affascinanti. Viaggerete attraverso le epoche esplorando le dimore di antiche famiglie aristocratiche, scoprirete le stanze segrete che custodiscono tesori artistici e vi perderete nei giardini incantati che circondano questi palazzi storici.

Iniziamo il nostro percorso proprio dalla porta principale, ossia Porta Maggiore. 

Troviamo subito Palazzo Ruffetti,   su disegno – sembra – di Antonio da Sangallo il Giovane, Palazzo Ruffetti (poi Bufalieri) fu costruito a Toffia da Fabrizio Ruffetti nel 1596, come ci ricorda l’iscrizione commemorativa posta sul marcapiano sotto le finestre del primo livello, e completato dal figlio Mario. Appartenuto in seguito alla famiglia Bufalieri, il palazzo non perse completamente la vocazione didattica e negli anni cinquanta del novecento divenne sede delle Scuole Elementari di Toffia.
Poco dopo la Biblioteca di Toffia c’è Palazzo Orsini costruito nel XV secolo, e con le sue linee semplici e superbe è un magnifico esempio dell’architettura umanistica. Il palazzo non è l’unica dimora degli Orsini presente a Toffia, e questo non deve stupire se pensiamo che questa potente famiglia aristocratica ha saldamente tenuto la Commenda farfense dal 1437 al 1543  e che si deve a loro la ricostruzione dell’attuale chiesa di Farfa, consacrata nel 1496 sopra la precedente basilica carolingia.

A seguire troviamo Casa degli Oddoni e Casa Locchi attaccati tra loro ma di due epoche storiche diverse.
All’inizio di Via Montecavallo a Toffia, a destra salendo verso la Chiesa di S. Maria Nova, si incontra il settecentesco Palazzo Palica – poi Castellani Brancaleoni, ed oggi di vari proprietari – che dà l’avvio ad una zona per così dire più nobile del paese.

In Via Montecavallo, si trova il seicentesco Palazzo Palma che, nel prospetto che guarda la valle, presenta una caratteristica loggetta, incastonata tra quelle che dovevano essere due delle torri di guardia delle antiche mura. Sull’architrave del bel portale in travertino, figurano due colombe con palme d’olivo nel becco.

Il Palazzo Castellani Grio come il Palazzo Orsini di Via Porta Maggiore , anche questo edificio è stato costruito dalla famiglia Orsini nel XV secolo, durante il periodo in cui teneva saldamente in mano la Commenda Farfense (1437 – 1543) e si presenta su due piani più un piano interrato.

Quasi attaccato al palazzo Castellani troviamo la Casa di Monsignore Fido Oggi appartenente a molti proprietari, la cinquecentesca Casa di Monsignor Fido a Toffia è probabilmente stata  anch’essa sede di alti prelati legati alla sede vescovile di Toffia.

Concludiamo il nostro itinerario attraverso questo magnifico borgo con Palazzo Castellani e Palazzo Gabrielli , dove nel primo nel 1878, l’archeologo Fiorelli “per cortesia” dei sigg. Mariano e Gaspare Castellani ha potuto esaminare un frammento di lapide, giacente in una loro stanza sotterranea. Sebbene molto corroso ed in parte illeggibile, perché adoperato per soglia di porta.

Palazzo Gabrielli, secondo la tradizione, è stato la residenza dei vescovi sabini.

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