Arrivando a Toffia dall’Abazia di Farfa, costeggiando le pendici di Monte degli Elci lungo la Via Farense, prima dello sperone roccioso su cui è stata edificata Toffia, troviamo la chiesa-convento di S. Alessandro. La Chiesa di S. Alessandro a Toffia è attestata nella documentazione farfense già nel 951, quando viene concessa ad Adam e Tebaldus; intorno all’anno mille, in atti redatti dall’Abate Ugo I di Farfa, è spesso citata la chiesa di S. Alessandro a lato della via publica in Cerritum (località Cerreto) e vicino al Monte.
Non è noto in quale anno si stabilì in questa chiesa una comunità francescana, ma nella visita pastorale del 1334 vi è già riportata; il Convento di S. Alessandro a Toffia, come riportato nella visita pastorale del 1658, è comunque “luogo antico, e dal Santo Patriarca Serafico ottenuto” e secondo la tradizione infatti sarebbe stato donato allo stesso S. Francesco d’Assisi intorno al 1218 – in occasione di un suo passaggio in Sabina sulla via di Roma – che lì “fondò un Oratorio di secolari, che si mantenne fino alla divulgazione della santità di S. Bernardino e dopo divenne Compagnia”.
Il convento venne soppresso sotto Innocenzo X (Papa dal 1644 al 1655) e sia le rendite che i beni passarono al Seminario di Toffia, che era stato istituito nel 1637. La popolazione però, reclamando la presenza dei religiosi perchè rimasta “col solo Arciprete”, ne chiese più volte il reintegro (sono note lettere al Papa e a un Cardinale) e finalmente nel 1671 l’Abate di Farfa restituì il “convento di S. Alessandro … ai padri Conventuali”. I francescani rimasero a S. Alessandro fino al 1833 quando – con tutti i suoi beni e le rendite – passò sotto le dipendenze del convento di S. Valentino di Poggio Mirteto; successivamente, dato che il Comune di Toffia doveva riscuotere degli interessi dal convento di Poggio Mirteto, si accordarono per una transazione e il 17 gennaio 1843 “il Convento di S. Alessandro, colli piccoli terreni uniti” fu ceduto al Comune di Toffia, che nello stesso atto dichiarò “che con tale cessione di scudi 24,09 il Comune non potrà mai molestarli per preteso compenso delli beni”. Nell’Archivio Storico Comunale di Toffia sono conservati due registri del vecchio convento: un Libro degli Instrumenti (1773-1783) ed un Catasto (1730) .
Negli anni ’60 del novecento, del convento restava “un’arcata senza alcuna stanza ed il pozzo, e della piccola chiesa è stato rifatto il tetto con parte della muratura”; negli anni ’90, dopo alcuni progetti di restauro e ammodernamento, il complesso è stato utilizzato per mostre, convegni, progetti di cooperazione e come sede distaccata dall’Università La Sapienza. Attualmente è affidato in gestione alla onlus Associazione Nazionale Contro le Ingiustizie (ANCI).
Nella facciata dell’edificio – a pianta rettangolare, con abside rivolta verso Est, inclusa negli attigui ambienti del convento – si conservano ampi brani di muratura medievale, costituita da bozzette in calcare di dimensioni regolari disposte secondo filari. Nell’area antistante sono stati trovati materiali ceramici e un frammento di colonna di epoca romana ; nell’interno – molto rovinati – si possono vedere alcuni affreschi : S. Antonio con vestito cenerino, ma col cappuccio alla Conventuale, importante per la storia dell’abito, e l’immagine di S. Chiara nella parete.