Chiesa di Santo Stefano

La Chiesa di Santo Stefano a Selci, situata nel Lazio, è un’antica costruzione le cui origini risalgono all’XI secolo. Ricostruita nel 1945, la chiesa presenta una forma a capanna ed è caratterizzata da una facciata intonacata e dipinta di bianco.

La chiesa di S. Stefano si erge su una piccola collina lungo la strada principale in una posizione periferica. Tra le chiese di Selci, quella di S. Stefano è considerata la più antica. L’edificio, di modeste dimensioni, risale all’XI secolo.

Una leggenda popolare narra che in un periodo segnato da una grave epidemia nella regione, un uomo di Aspra Sabina (l’odierna Casperia), un luogo particolarmente colpito, si diresse verso Selci. Colpito dalla peste e probabilmente in cerca di aiuto, l’uomo raggiunse il luogo dove oggi sorge la chiesa, e qui gli apparve il protomartire Stefano (considerato il primo cristiano a morire per testimoniare la propria fede in Cristo e diffondere il Vangelo). Secondo la leggenda, S. Stefano lo persuase a tornare indietro per evitare di diffondere il contagio tra gli abitanti di Selci. In un’altra versione della storia, il santo avrebbe dato all’uomo un’indicazione errata, deviandolo verso i monti sabini. Grazie a questo intervento miracoloso, Selci rimase immune dall’epidemia.

Da quel momento, la popolazione di Selci scelse S. Stefano come loro Celeste Protettore, costruendo in suo onore una chiesa nel punto in cui sarebbe avvenuta l’apparizione. La festività dedicata a S. Stefano venne fissata per il 3 agosto, una data favorevole per il buon esito della stagione agricola, dato che il raccolto era ormai concluso. Questo giorno celebra la “invenzione” (ossia il ritrovamento, dal latino “invenio”) delle reliquie del santo. Si dice inoltre che per un certo periodo, la chiesa di S. Stefano abbia svolto il ruolo di sede principale della parrocchia di Selci, come testimoniato da diverse fonti, prima del XIV secolo.