Della chiesetta chiamata Madonna dei Carozzi – al confine del territorio di Montopoli di Sabina con Poggio Mirteto – non si sa molto: anticamente era chiamata S. Andrea in Scorticariis (allo scorticatoio), forse in riferimento ad una attività di macellazione praticata in una zona che nel medio evo era abitata dai servi della gleba.
Sull’origine del nome attuale, la tradizione ci racconta di un lungo contenzioso tra un ordine religioso e una famiglia privata, sull’effettiva proprietà della chiesa. L’annosa vertenza si concluse con il pagamento di un prezzo simbolico, costituito da una certa quantità di fichi secchi, localmente chiamati “carozzi“.
Gli anziani ricordano che fino a non molto tempo fa nelle notti tra il 7 e l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, davanti la chiesa si svolgeva una festa con falò di fascine, cibo e allegria generale, che durava fino all’alba, quando le donne portavano cesti di pane benedetto e grande quantità di “carozzi“.
All’esterno l’edificio ha una struttura aggraziata, con gli spigoli rinforzati da pilastri a scarpa, ed il tetto sormontato da un campanile a vela. All’interno, la pala d’altare è costituita da una tela del XVIII secolo, di buona fattura, raffigurante la Vergine in trono con il Bambino, circondata da angeli.