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Toffia

Toffia

Popolazione: 933 ( 460 M. – 473 F.)

Altitudine: (s.l.m.) 262 m

Distanza da Roma: 57,9 km.

Distanza da Rieti: 40,5 km.

Numerosi ritrovamenti testimoniano della presenza umana nel territorio di Toffia fin dalla media età del bronzo (1700-1350 a.C.). Del periodo romano, di una certa rilevanza sono i resti quasi completamente interrati di una villa rustica in località Marignano (villa Marianus o Marinianus) abitata tra il I e il II sec. d.C., ma i numerosi frammenti archeologici rinvenuti nel paese, fanno desumere che Toffia fosse già all’epoca un centro importante. La prima testimonianza documentata su una porzione di questo territorio, è riportata nel Regesto Farfense di Gregorio da Catino per registrare un atto di donazione e risale a prima dell’incoronazione di Carlo Magno, quando nel 761 Sundebado anche chiamato Aliperto, longobardo di Rieti dona al Monastero di Farfa tutti i suoi beni posti nel luogo chiamato Criptula (oggi Grottuccia).

Una Notitia Judicati (sentenza longobarda) del 940, attesta che nel Castellum de Tophila vicino aecclesiam Sancti Laurentii un certo Leone riconosce all’Abazia di Farfa la titolarità su metà del Castello e su località ancora oggi riconoscibili : Casalis Meianula et Criptulae et Curiano.
Le donazioni alla Chiesa erano molto diffuse nel Medioevo ed erano motivate dal desiderio di assicurarsi la remissione dei peccati dopo la morte, ma anche da un prudente calcolo amministrativo : nelle instabili condizioni politiche e sociali di quel tempo si sottraevano le proprietà ai pericoli di guerre espropri e devastazioni, mettendole al sicuro nelle mani della Chiesa e riservandone l’usufrutto per sé e per i propri eredi; a volte però anche questa soluzione non era garanzia sufficiente, come dimostra un documento del 1116 dove i monaci farfensi chiedono giustizia al papa Pasquale II per le usurpazioni patite nei loro possedimenti, e tra questi troviamo Criptulae et Tofiam Castellum.

Il castello originario, intorno all’odierna Via Castel di Dentro, nel XIV secolo conobbe una notevole importanza tanto da divenire la seconda sede del Vescovo di Sabina. La crescita demografica si tradusse in nuove costruzioni e nel tardo Quattrocento quest’area fu riorganizzata con la costruzione di una Rocca, l’ampliamento della cinta muraria e con una porta nuova, Porta Maggiore.
Durante il periodo nel quale a Farfa dominarono gli Orsini, anche Toffia era sotto il controllo della famiglia baronale, ma nel XVI secolo al termine della loro egemonia, il castello tornò in pieno possesso del monastero farfense e ne condivise le sorti.

I RIONI

PORTA MAGGIORE
Porta Maggiore era la porta principale di accesso al castello. Era munita di ponte levatoio, i fori dove passavano le catene per sorreggerlo sono ancora visibili ed anche i posti di guardia e le feritoie. A destra in alto si trova lo stemma di Toffia che raffigura al centro la chiesa di San Lorenzo e ai lati due torri che si riferiscono alla doppia giurisdizione che divise Toffia, prima tra gli abati di Farfa e i duchi di Spoleto e successivamente tra gli Orsini e i Colonna.Di fronte alla Porta Maggiore c’è piazza Umberto I, dove oltre al ben tenuto monumento ai caduti di Toffia, troviamo un leone in calcare molto rovinato, proveniente da tombe romane situate lungo la Salaria databili tra il II secolo a. C. e l’età augustea. Anche se un po fuori porta, possiamo ammirare in questo rione l’antica chiesa di San Lorenzo.In via Porta Maggiore, al numero civico 4 c’è palazzo Ruffeti (oggi Bufalieri) del 1400, ospitò il seminario di Farfa dal 1637 al 1705.Al numero civico 9 c’è palazzo Orsini (oggi sede del Comune) del 1400. E’ uno dei tre palazzi degli Orsini con finestre guelfe di travertino a crociera e loggiato originariamente a quattro arcate e colonne.Al numero civico 16 c’è la casa degli Oddoni del 1300. Ha un portale sabino e finestre di travertino a crociera. Conserva ancora l’antico intonaco esterno; sull’architrave di una porta si trova l’immagine della Vergine Addolorata, purtroppo quasi irriconoscibile.

MONTECAVALLO
Montecavallo è la parte del paese che ai tempi delle lotte tra gli Orsini e i Colonna era occupata da quest’ultima famiglia. E’ un rione molto caratteristico, sede di antichi palazzi con ricchi portali in travertino e di due delle tre chiese di Toffia.
In piazza Lauretana troviamo la chiesetta della Madonna di Loreto o S. Maria in Criptula (oggi Grottuccia).Fu costruita contemporaneamente al sorgere del centro abitato tra il VII e l’VIII secolo. In un angolo della piazzetta c’è il Marmo di Piazza, una grossa pietra di epoca romana proveniente forse da una tomba lungo la Salaria su di essa sono incise due scacchiere.Buona è la vista che da sulla montagna e nel dirupo sottostante. In via Montecavallo al numero civico 2 troviamo palazzo Palica o Castellani con due piccole teste di marmo bianco di epoca romana murate sopra due porte.Al numero civico 9 c’è palazzo Palma del 1600. Con portale sul cui architrave figurano due colombe con palme di olivo nel becco.Al numero civico 16 c’è un altro palazzo interessante degli Orsini del 1500. Arrivati alla sommità di via Montecavallo troviamo la chiesa di Santa Maria Nova del XVI secolo, con campanile del XVII secolo.Via Castel di Dentro è la zona più antica del paese e corrisponde al luogo scelto da Teobaldo per la costruzione del castello. Al numero civico 18 c’è palazzo Gabrielli, fu la residenza dei vescovi sabini dopo la distruzione della sede originaria di Fornovo per circa sessanta anni. Era dotato di una saletta della tortura e di un pozzo con trabocchetto. Al numero 14 troviamo palazzo Castellani.

ROCCA
E’ qui che verso i primi anni del 900, sopra alcuni ruderi romani sarebbe stata ricostruita la rocca. Questa zona del paese era di proprietà degli abati di Farfa e fu utilizzata da più personaggi più o meno noti per sfuggire alle frequenti stragi dei saraceni. Con il passare dei secoli la rocca passò sotto il controllo degli Orsini. Oggi della rocca degli Orsini non rimane gran che, solo qualche muro mal conservato dove sono visibili delle feritoie che davano luce all’interno. L’aspetto odierno della rocca è molto pittoresco, con stradine e vicoli strettissimi dove si affacciano balconcini fioriti.

IL COLLITRONE
Il Collitrone è la via che stava sotto al vecchio castello, probabilmente era abitata da coloro che lavoravano al suo interno.Passeggiando per il Collitrone si assapora la quiete ed i profumi di tempi passati, s’incontrano portali antichi che testimoneano il benessere della gente di Toffia di qualche secolo fa.Ci sono scorci da racconti di Collodi.Alla fine della passeggiata si arriva ad un largo dove si può godere di un panorama mozzafiato di 270°, oltre alla montagna e al Riana si possono vedere i paesi limitrofi come Fara Sabina, Farfa e la sua Abbazia, Montopoli e Monte Santa Maria.CANCELLO
Anche questa è una zona molto caratteristica di Toffia, venendo dal centro storico dopo una ripidissima discesa si arriva a Porta Cancello, uno dei vecchi ingressi al paese. Porta Cancello da poco restaurata, offre nella sua semplicità un sapore antico e pulito.

LA CARBONARA
Dal nome è facile intuire che quì una volta c’erano le botteghe dove si vendeva il carbone. E’ una zona piccola ma molto caratteristica di Toffia Con una minuscola ma pittoresca piazzetta, dove spesso in estate si esibiscono gruppi di artisti di strada.

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Recapiti Telefonici

UFFICI COMUNALI
Indirizzo: Via Porta Maggiore, 9
Telefono :0765 326032
Fax :0765 326375
Indirizzo email: comuneditoffia@libero.it
Indirizzo PEC: comunicazione@pec.comune.toffia.ri.it
Sito web: www.comune.toffia.ri.it

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