Centro storico di Tarano
Posizione
Via Roma, 2
02040 Tarano (RI)
Orari di apertura
Sempre aperto
Contatti
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Il borgo si presenta disteso sulle caratteristiche colline, ricco di antichi profumi e sapori, circondato da uliveti e da una natura intatta; la storia e la cultura che lo hanno accompagnato ai nostri giorni ne hanno fatto un luogo dove il tempo si è fermato per permettere al visitatore di godere del piacere di trovare le antiche tradizioni e la splendida accoglienza che la modernità desidera.
Il centro storico di Tarano offre la vista di un inaspettato scenario medievale con le sue case torri, stretti vicoli, antiche piazzette e le dimore in pietra arroccate e unite le une alle altre, che racchiudono lo spazio del grandioso duomo preromanico, da cui si erge la bella torre campanaria del XII secolo.
Anche il toponimo “Tarano” invita ad una rivisitazione storica del sito e suscita stupore per la corrispondenza della voce Tarano con quella di “Taranis”, Dio dei fulmini e delle tempeste, venerato dalle tribù dei Celti che, nella loro religione della natura, prediligevano luoghi e forme di culto legati alle alture, alle acque, all’individuazione dei boschi sacri.
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CURIOSITA'
IL CASTELLO DI TARANO
Il Castello di Tarano è un importante punto di interesse. Sebbene sia in gran parte in rovina, il castello è un simbolo del passato feudale di Tarano, il cui toponimo indica con una buona probabilità un sito posto alla confluenza tra due corsi d’acqua. Le prime notizie risalgono al 952, quando nel corso di una importante permuta di beni fondiari collocati nei pressi di Magliano, comparve come perito, bonus homo extimator, Sergio da Tarano, fatto questo che rende plausibile l’esistenza del castello prima di questa data. Gli interessi di Farfa in quest’area divennero consistenti nei primi decenni dell’XI secolo.
Anche i pontefici, a partire in particolar modo Niccolò II, avevano iniziato ad estendere progressivamente il loro dominio all’interno del territorio diocesano attraverso una maglia sempre più fitta di castra specialia controllati direttamente che finì per soffocare i possessi farfensi in quest’area. Agli inizi del XII secolo Pasquale II, con il nuovo vescovo di Sabina, il cardinale Crescenzio, appartenente alla omonima famiglia, mise in atto una nuova strategia per contrastare, controbilanciare e poi ridurre l’influenza farfense nella zona. La prima mossa nota fu quella di recarsi in Sabina
Di questo viaggio, del suo itinerario e delle sue tappe ben poco conosciamo; l’unica cosa certa è che il 7 settembre del 1109, papa Pasquale II, era a Tarano. Soggetto ormai alla santa sede, Tarano corrispondeva un censo di sei libbre di provisini, come registrato da Cencio camerario Nel 1347 Tarano si sottomise a Cola di Rienzo e si ribellò più volte, in particolare tra 1351 e 1352 e fu ricondotto all’obbedienza con grandi difficoltà per le resistenze opposte dal forte partito ghibellino, che trovava incoraggiamenti ed aiuti a Narni. In questo periodo, come attesta il registro camerale del cardinale Albornoz del 1364 Tarano era riuscito ad estendere il suo dominio sui vicini castelli di Cicignano, di Fanello e di Montebuono
Il declino di Tarano come libero comune ebbe inizio nel 1372, quando fu infeudato a terza generazione ad un nobile perugino, Francesco degli Arcipreti, che faceva parte di una famiglia fortemente legata alla Chiesa. Nel 1392 papa Bonifacio IX giunse a Tarano nella mattinata del sabato 4 ottobre, dove sostò anche la domenica. Ripartito da Tarano il lunedì, nella stessa giornata raggiunse Narni, dopo aver confermato i diritti distrettuali su Cicignano.
Nel 1399 Paolo Savelli, per recuperare un credito di 20.000 fiorini che il padre Luca vantava con papa Benedetto XI, occupò con la violenza il castello di Tarano. Il dominio dei Savelli sul castello si concretizzò nel maggio del 1409 quando Gregorio XII infeudò, a terza generazione, Tarano e Montebuono a Battista Savelli.
Divenuto comune autonomo, nel 1853 Tarano aveva raggiunto le 411 anime, 53 delle quali sparse per la campagna, 82 le famiglie, 81 le abitazioni.