La Torre Ugonesca di Montopoli di Sabina, a pianta quadrata e in muratura regolare, è priva di merli di coronamento ed è munita di una porta a mezza altezza e di una feritoia arciera. Dalla sommità il panorama è superbo: si spazia dall’Abazia di Farfa con tutti i comuni e i castelli della vallata al Gran Sasso e al Terminillo, da Monte San Pancrazio in Umbria ai Monti di Tivoli e nelle giornate terse di staglia riconoscibile sull’orizzonte la sagoma della Cupola di S. Pietro.
La Torre Ugonesca fu eretta tra il 997 e il 1038, nel punto più alto del territorio comunale, su preesistenti fortificazioni del periodo curense preromano, ancora visibili nelle sue fondamenta. L’edificazione, voluta dall’imperatore Enrico II e dall’Abate Ugo I di Farfa, aveva l’obiettivo di creare una rete di controllo e difesa intorno all’Abazia di Farfa, una sorta di cintura costituita da Torre Baccelli (nel territorio di Fara Sabina), dalla torre di Castelnuovo di Farfa (non più esistente) e appunto dalla Torre Ugonesca di Montopoli di Sabina.
L’abate Ugo I di Farfa è stato innegabilmente uno dei più celebri personaggi del Medioevo Sabino: studiò e scrisse la storia del ricco patrimonio abaziale, che ricompose e difese anche con le armi, e che grazie a lui raggiunse l’apice del prestigio e della notorietà.
Per ottenere nel novembre del 997 la nomina ad Abate di Farfa, uno dei più celebri monasteri benedettini d’Europa, quello che sarà in seguito celebrato come “Ugo il Grande” – nato ad Antrodoco intorno al 972 da una influente e facoltosa famiglia marsicana, che dominava l’alta Sabina e parte dell’Abruzzo – versò una sostanziosa tangente al Pontefice Gregorio V.
Nonostante questo avvio simoniaco, resse le sorti dell’abazia per 41 anni – in uno dei periodi più travagliati della storia della Chiesa – e fece di Farfa uno dei centri di più alta spiritualità d’Europa, introducendo la riforma Cluniacense e l’osservanza della regola benedettina. Aveva a disposizione un esercito, una flotta che stazionava a Civitavecchia, e si avvaleva di ottimi avvocati, valenti giuristi e notai che operavano nel palazzo giustizia ubicato fuori dalle mura del monastero. Per difendere i diritti del monastero – che abbellì anche nelle strutture esterne, facendone sede di sontuose cerimonie liturgiche e meta prestigiosa di importanti personaggi, Papi e Imperatori compresi – si immerse nelle lotte delle fazioni non esitando ad affrontare, anche con durezza, personaggi violenti e scomodi quali furono i nobili romani e i signorotti sabini di allora.
Su impulso del pittore montopolese Franco Ciferri, e grazie ad un progetto dell’amministrazione comunale in collaborazione con l’artista Mario Bagordo, da qualche anno, nella Torre Ugonesca e nella vicina Casa del Capitano sono esposte opere ed allestimenti di arte contemporanea, che costituiscono la prima Pinacoteca di arte moderna della Sabina.